Alejandro Jodorowsky, tra simbolismo, archetipi e psicologia

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Veden_Kuu_Henki
view post Posted on 28/8/2008, 01:54




.: Alejandro Jodorowsky :.

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Alejandro Jodorowsky nasce nel 1929 in Cile da una famiglia ebrea di origine russa fuggita dalle persecuzioni in Ucraina. Nel 1942 si trasferisce nella capitale Santiago per frequentare l'università (corsi di filosofia e psicologia), ma contemporaneamente lavora come clown in un circo e si diletta con le marionette. Assieme ad alcuni amici appassionati come lui di spiritualità e magia nel 1962 dà vita al Movimento Panico, così chiamato in omaggio al dio Pan: secondo la filosofia di questo movimento, nulla nel mondo avviene per caso ma in base ad un destino che si può leggere indagando nel proprio inconscio, anche grazie a simboli archetipici come i tarocchi. Negli anni '60 vive così tra Parigi e Città del Messico, lavorando soprattutto in teatro con commedie ed avvicinandosi anche per la prima volta al mondo dei fumetti. E' però il cinema a dargli il successo internazionale come regista. Contemporaneamente inizia, alternando nella scrittura francese e spagnolo, a scrivere romanzi, racconti e saggi in cui rende ancora più esplicito il messaggio del Movimento Panico, tenendo anche vere e proprie lezioni sull'Arte dei Tarocchi, che porta sempre con sé.

Philippe Camion scelse Alejandro Jodorowsky per aiutarlo a diffondere l’insegnamento segreto dei Tarocchi attraverso la restaurazione del mazzo marsigliese. Alejandro gli suggerì di ridisegnare un gioco di Tarocchi di Marsiglia che avrebbe permesso di mostrare al pubblico che si trattava veramente di un insegnamento serio e autentico. Gli disse che avrebbe dovuto fare meglio dei suoi antenati e correggere gli errori che erano stati fatti nel gioco dei Tarocchi antichi.

Alejandro innova l'uso dei Tarocchi (vd. "La Via dei Tarocchi", "Io e i Tarocchi") associandolo alla psicologia: l’Io individuale è un insieme di emozioni, relazioni, affetti che scaturiscono non solo dalla propria realtà familiare e sociale, ma anche dagli stimoli che cultura, religione, storia contribuiscono a crearne l’identità.
Troppo spesso, invece, la persona è considerata come un’entità isolata ei suoi problemi frutto dell’incapacità di relazionarsi con l’altro, nei rapporti affettivi e di lavoro. La psicogenealogia che sarà fondamentale nell'interpretazione del Tarocco, insegna che ognuno di noi eredita, riceve un’impronta biologico-emozionale che molto spesso diviene una ragnatela che ci costringe ad essere ciò che desidera la famiglia e la società. Trappola che non comprendiamo, che non siamo coscienti di vivere e che produce nevrosi, insoddisfazioni, conflitti, depressioni e malattie fisiche.

La presa di coscienza nel terminare la ripetizione, nel proprio percorso familiare, di dinamiche emozionali e comportamentali simili di uguali sofferenze o conflitti, di prigionie affettive o espressive dei talenti, risveglia l’inconscio dell’individuo.La comprensione di queste dinamiche è il primo passo verso la guarigione e ci invita a cercare con tutte le nostre energie di essere quello che si è.

Qui interviene l’atto terapeutico del Tarocco che funge da elemento archetipo, mettendoci in comunicazione con l’inconscio. Il tarocco, attraverso il suo simbolismo c’insegna ad interpretare un linguaggio che possediamo ma che non riusciamo più a comprendere. Diviene una traccia che ci aiuta a ristabilire l’equilibrio, ad ascoltare nuove informazioni e ad illuminare il nostro sentiero senza più incorrere negli stessi errori, nelle stesse dinamiche dolorose. Il tarocco, con i suoi numerevoli significati, unisce il nostro inconscio all’inconscio collettivo riportando le nevrosi dell’individuo in relazione alle nevrosi di chi lo circonda o lo ha circondato. Diviene faro per guidare l’individuo fuori dai continui giri ossessivi di pensiero o di azione per condurlo verso la piena e reale comprensione del suo Sé.



(Fonti: http://pagineblu.wordpress.com/2007/05/01/...g-a-jodorowsky/ e varie)

Edited by Veden_Kuu_Henki - 28/11/2008, 12:19
 
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