| Veden_Kuu_Henki |
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Matrix è un film, senza dubbio, che lascia aperti numerosi spunti di riflessione. E' un film d'azione, ma non solo.
Quando hai finito di vederlo, ti sembra di aver passato due ore e sedici minuti a pensare, e non solo a vedere delle scenografie perfette, degli effetti speciali spettacolari, dei combattimenti mozzafiato...
Matrix è qualcosa di più.
E' un viaggio tra la storia del mondo, soprattutto quello occidentale, nonostante il film presenti un certo stampo d'Oriente.
Se andiamo oltre le immagini, e ci soffermiamo a ragionare su cosa è Matrix, ci accorgeremo che c'è dentro un po' di noi, perchè c'è dentro tutta la filosofia occidentale, da Platone ai giorni nostri.
Vediamo quindi Morpheus diventare Platone, che, con la sua maieutica, tira fuori da Neo la convinzione di essere l'Eletto, quindi le sue reali capacità. Stesso è il riferimento a Kant, poiché solo dopo aver individuato ed accettato i propri limiti, il protagonista riesce a superarli. Ed in seguito è un po' meno palese il riferimento a Nietzsche, con la sua filosofia del superuomo. E non solo perchè il protagonista assume infine le vesti del supereroe, ma anche perchè in matrix non si fa mai riferimento a nessun Dio, con quella sorta di nichilismo noncurante proprio del filosofo del superuomo, consapevole delle doti della mente umana, che non ha bisogno di aiuti da parte di esseri sovraumani per risolvere qualsiasi tipo di problema. E questa è solo una piccola parte della filosofia di Matrix-System Failure. Infatti la precisione della Matrice richiama alle precise regole dell'universo aristotelico, che vengono poi, però, rivoluzionate dall'arrivo di un personaggio successivo, Morpheus, e del suo discepolo, Neo, che sembrano stare a Matrix, come Copernico e Galileo stanno ad Aristotele stesso. Sempre seguendo questo itinerario, si arriva alla filosofia più moderna, di circa 50 anni fa, con il racconto filosofico "the brain in a vat", tradotto letteralmente come "il cervello nella vasca", che narra di un'equipe di scienziati che riesce a isolare il cervello di un morto in una vasca, facendolo funzionare come se fosse appena stato generato, imprimendogli delle esperienze tramite degli impulsi elettrici trasmessi da computers, e facendolo vivere come entità pensante che immagina di avere un corpo, ma che in realtà non lo ha. Infatti, allo stesso modo, Neo muore come entità in Matrix, ed arriva alla vera vita, nella quale è libero di pensare. E qui arriviamo al periodo più contemporaneo della filosofia, derivante dai vecchi studi delle masse, la filosofia del pensiero individuale e della non-omologazione.
In realtà, servirebbero migliaia di pagine per poter spiegare a fondo la filosofia di Matrix, ma credo che già questi accenni bastino per far capire, in linea di massima, la risposta alle domande che ci siamo sempre posti su questo capolavoro cinematografico, perchè le risposte, in effetti, le sapevamo già, ma solo dentro di noi, magari senza riuscire ad esprimerle, perchè mancava sempre qualche preciso punto di riferimento. Infatti, se ci pensiamo bene, la nostra cultura dipende dalle nostre conoscenze, e filosofia significa appunto ricerca della conoscenza, quindi un po' di filosofia è sempre in noi.
Inoltre, in Matrix, si può intravedere inizialmente una sorta di diffidenza, da parte di Neo, nei confronti del mondo in cui vive. L'Eletto inizia ad accorgersi che quel mondo è fittizio, che c'è qualcosa che non quadra, che non tutto è al proprio posto. Questa diffidenza generale si trasforma, dopo l'accesso al mondo reale, in un alone di fiducia che aleggia intorno al protagonista e ai suoi compagni.
La cosa più sorprendente riguardo questo film è la metafora dell'informatica. Matrix è infatti un sistema informatico di controllo e di assorbimento delle menti umane, delle quali si nutre, dando loro in cambio degli impulsi di realtà. E da ciò, i nostri protagonisti sono degli Hackers, che si accorgono che il mondo dei computers ha troppo a che fare con il mondo nel quale vivono, e iniziano ad insospettirsi della veridicità di questo, o meglio, di Matrix. Ed è per questo che Morpheus, dio dei sogni nella mitologia greca, accorre per proporre loro il risveglio, e la vera vita, sicuro che non rifiuteranno, poiché non più sazi del mondo che vivono, e quindi desiderosi di evadere dalla staticità di questo, e pronti a combattere per liberare le altre menti, anche quelle più assopite.
E adesso arriviamo al nodo conclusivo della nostra disanima. Tutti ci siamo chiesti perchè proprio questo nome, perchè proprio Matrix... Come tutti abbiamo notato, alla fine Neo non distrugge la matrice, nonostante sia capace di cambiarla, e di evadere dalle regole del programma, che impone agli ospiti delle regole fisiche ben precise. Matematicamente, le matrici sono dei sistemi più o meno complessi di addizioni e moltiplicazioni nei quali un solo 0 annullerebbe tutto il sistema. Quindi le menti vanno liberate, dovendo scegliere di essere libere, perchè, in caso di distruzione del programma, queste sarebbero a loro volta annientate. Ed è proprio per questo che l'Eletto e i suoi compagni lottano nei due episodi successivi: per dare agli uomini la possibilità di scegliere tra i due tipi di vita che hanno a disposizione. E solo con una nuova alba, e con una nuova Matrix, il cambiamento diventerà effettivo.IN PARTICOLARE: IL MITO DELLA CAVERNACITAZIONE [...] Dentro una dimora sotterranea a forma di caverna, con l'entrata aperta alla luce e ampia quanto tutta la larghezza della caverna, pensa di vedere degli uomini che vi stiano dentro fin da fanciulli, incatenati gambe e collo, sì da dover restare fermi e da poter vedere soltanto in avanti, incapaci, a causa della catena, di volgere attorno il capo. Alta e lontana brilli alle loro spalle la luce d'un fuoco e tra il fuoco e i prigionieri corra rialzata una strada. Lungo questa pensa di vedere costruito un muricciolo, come quegli schermi che i burattinai pongono davanti alle persone per mostrare al di sopra di essi i burattini. [...]Se quei prigionieri potessero conversare tra loro, non credi che penserebbero di chiamare gli oggetti reali le loro visioni? (Platone, La Repubblica (VII, 514 a - 516 c), in Opere complete, vol. VI, Laterza, Roma-Bari, 1991, pp. 229-232 ) Dopo aver letto queste parole pare chiaro che The Matrix ha degli ovvi riferimenti alla filosofia platonica, ed in particolare alla "maieutica" ed a questo scritto.
Ed è infatti proprio su questo testo che si impernia la filosofia della matrice, del programma creato dall'architetto per intrappolare le menti umane e poterne, seguentemente, rubare dell'energia.
E' infatti sul principio del filtro delle emozioni, e quindi delle sensazioni, che siano vere o, come in questo caso, finte, che si basa il film.
Esattamente come racconta il filosofo greco, se una persona nascesse in condizione di non poter riconoscere il vero dall'irreale, potrebbe dar per vere le sensazioni che riceve, quindi ciò che vede e ciò che sente, nel caso che queste fossero irreali. Inoltre, a causa delle condizioni che non lo permettono, non sarebbe neanche in grado di interrogarsi riguardo la veridicità di ciò che i sensi gli forniscono, essendo la propria cognizione di reale diversa da quella ordinaria.
Ne deriva che il mondo all'interno del programma, se credibile, sembra reale alle persone che lo vivono, soprattutto poiché la Matrice invia alle menti veri impulsi nervosi.
Come spiegato anche all'interno del film, però, le prime persone intrappolate dalle macchine, si ribellarono ai tiranni meccanici, e quindi al programma stesso, perchè la prima Matrix era basata su sensazioni di estrema e perenne felicità, ragion per la quale gli esseri umani che avevano già vissuto nel mondo reale, dopo poco tempo iniziarono ad accorgersi della falsità del mondo che li circondava, e cominciarono a liberarsi rifiutando quel mondo ormai riconosciuto come ciò che era: Fasullo.
Seguentemente, però, il programma fu corretto, risultando a pieno come una fedele riproduzione del mondo reale prima dell'invasione, e venne, quindi, reputato inconsciamente credibile dalle menti, che intrinsecamente lo accettarono.
A questo punto solo un dubbio proveniente dall'esterno è in grado di risvegliare le menti...(Fonti: http://www.matrixuniverse.altervista.org)
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