| L'aspetto mitologico è stato sempre sia un punto di riferimento, che di scontro in altre culture: da una parte, qualche corrente lo denigrava per il fatto che molte volte gli Dei presenti erano molto, troppo antropomorfi, ma dall'altra parte il mito è stato valorizzato come grande forziere tramandatoci da culture antichissime, contenente un tesoro di cui, forse, ai giorni nostri non riusciamo a stimare ancora correttamente il valore. Ci fu addirittura chi teorizzò che il mito avesse una "doppia verità": una più immediata, come morale che il popolo poteva intendere; l'altra più esoterica, riservata alla parte erudita della popolazione.
Da Platone a Jung, il mito o il racconto allegorico (basti pensare alle parabole bibliche) vengono presi come punto cardine per la trasmissione di verità inesplicabili altrimenti da un lato (si vedano anche pensatori al livello Campanella, con "La Città del Sole", e l'uso dell'allegoria a scopo propedeutico nelle loro opere.), come inconscio collettivo dall'altro, ovvero come patrimonio simbolico che culture e generazioni si portano nel sangue, come se avesse costituito "l'infanzia della razza umana".
Nonostante molti miti siano morti, o anzi, siano stati trasformati a seguito delle culture che nei vari luoghi si sono imposti e soppiantati all'originale, della loro energia vibrano i luoghi, i monumenti, i templi e tutto ciò che con quello spirito era stato eretto; vibrano nei nomi dei Santi (Sant'Elia è raffigurato con una saetta in mano, proprio come Zeus; non si è sicuri che sia esistito un San Dionisio, poiché probabilmente è una modifica portata a Dioniso, e così via..); nei rituali come Halloween trasformato in Ognissanti.
E' interessante notare come in regioni diverse del nostro pianeta i temi toccati dai miti siano simili, e addirittura le vicende raccontate siano analoghe. Si noti ad esempio quanto si sia cercato di dare una risposta alla domanda: "Chi ha creato questo mondo e la razza umana?". In molte culture si trovano misteriosi e divini gemelli - il titone Leto diede alla luce Apollo, che raffigurò il Sole, e Artemide, la Luna, per porre un esempio -; altre corrispondono al nostro Vangelo di Giovanni "In principio era il Verbo", come Brahaman per gli Indù; Platone identificava il Demiurgo non come creatore ma come costruttore del mondo, ed è ripreso dal dio Panku raffigurato con martello e scalpello; infine, si noti come il rapporto sessuale di unione degli opposti per creare il perfetto sia fondamentale nel mito, come attività generatrice.
Un'altro interrogativo presente riguarda il rincorrersi del tempo e le forze della natura. Una leggenda di Indiani nordamericani narra come la Luna ed il Sole siano sposi, e le figlie siano le Stelle: il Sole per brillare ha bisogno di luce che non sia propria, quindi ingoia le Stelle e ciò che noi vediamo è in realtà solo il suo ventre da queste illuminato. Così, per gli aborigeni australiani, un ventre di un uomo è la Luna, un uomo grasso ed infelice annegato per l'amore di alcune ragazze, e per questo la Luna splende da allora sulle donne della Terra.
Anche le Arti e la Magia sembrano siano state portate ed insegnate da creature sovrannaturali. Riveste particolare importanza il Fuoco, che Prometeo ha rubato dall'Olimpo, poiché il fuoco significa calore, cibo, benessere sin dalla sua scoperta. Si narra come la scrittura sia stata insegnata presso gli Egiziani da Thot (l'ibis, animale relativo a questo dio, è fondamentale anche per la scrittura cuneiforme dei Babilonesi, giacché si dice abbiano tratto ispirazione proprio dalle sue orme); come la Conoscenza non fosse propria del genere umano ma portata da dei del calibro di Odino con le sue cornacchie Sapienza e Memoria; il potere della guarigione dagli elementali delle erbe e delle piante soprattutto presso gli indiani d'America.
Per sostenere che gli uomini sono stati creati dal seme divino, sussistono anche qui varie leggende e miti, così anche per le nascite virginali come nel caso di Gesù. I combattimenti inoltre sono frequenti sia nei racconti di uomini che divini: questo attributo fu aspramente criticato per esempio dagli Orfici, poiché si raffiguravano esseri divini con sentimenti umani quali la rabbia la vendetta... in realtà molte volte nascondevano una profonda morale. Uno di questi dei era Thor, divinità nordica, nella sua lotta contro il gigante Hrungnir, o il glorioso guerriero cristiano Lancillotto. Lo stesso significato propedeutico avevano i miti che narravano di giovani poveri, che vagando per il mondo trovano ricchezze e fortuna: Jung attribuisce a questi valore, poiché illustrano come lo sforzo porti all'affermazione e all'integrazione dell'essere umano, così come la morte e la rinascita spesso presenti. Si pensi alle ossa di Orfeo che seppur morto, attravesso esse parlava, o Ezechiele che tramite le ossa profetizzava: in questo senso, la morte non è la fine, ma solo un processo rigenerativo, di cambiamento, come spiega L'Arcano XIII dei Tarocchi.
(Fonti: "I Miti Universali" di A. Eliot)
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