Riflessioni su F.W. Nietzsche, Apologia del suo pensiero.

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Veden_Kuu_Henki
view post Posted on 3/2/2009, 12:43




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F.W. Nietzsche è un filologo-filosofo che oscilla tra coinsiderazioni postume estremamente positive o estremamente negative non solo per la forza e la durezza del suo pensiero, che molti ritengono abbia istigato il nazismo (può essere, può non essere, ma lo alieno dalla responsabilità, e in secondo luogo bisogna tener conto di quanto la sorella dopo la sua morte abbia manipolato le opere), ma credo anche per la sua vita che ha influenzato non poco l'idea odierna che di Nietzsche si ha - disagio psichico compreso.

Non mi voglio soffermare sulla biografia e sulla bibliografia che potete comodamente trovare su Filosofico.net o altri siti affini; ma mi interessa vedere alcuni punti sotto una luce non-convenzionale, anzi, esoterica.

Partendo dalla celebre affermazione "Dio è morto", campo di discussioni infinite, perché vederla come la semplice distruzione dei valori o di Dio stesso? Zarathustra è si un senza Dio, ma Nietzsche mai lo chiama Ateo, da quel che mi sembra. "Dio è morto" comprende un concetto molto più vasto: "Il vostro Dio è morto", deve morire l'antropomorfismo religioso, l'istituzione che per anni è stata motivo di scontri e che ha portato l'uomo fuori strada idolatrando altri esseri umani anzichè il Divino, riducendo di molto la Coscienza interna.

Il pensiero di Nietzsche non è un punto d'arrivo, ma una base di partenza, ed è ciò che si chiama Nichilismo Attivo: la distruzione di falsi valori alla ricerca dell'Uomo. E senza distruzione, non può esserci costruzione. E la via del Superuomo (non ricorda un po' il Bimbo D'Oro alchemico?) è tortuosa, piena di peripezie, di vittorie e di sconfitte.

Leggendo "Così parlò Zarathustra", si possono notare dei simboli e temi ricorrenti, quali ad esempio l'Eterno Ritorno, il Superuomo appunto, l'aquila ed il serpente che accompagnano Zarathustra, e così via. Personalmente, trovo una spiccata analogia con alcune dottrine esoteriche. "Questa vita - scrive Nietzsche - come tu ora la vivi e l'hai vissuta dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte e non ci sarà in essa mai niente di nuovo ma ogni dolore e ogni piacere [...] dovrà fare ritorno a te." o "Tutto muore, tutto torna a fiorire, eternamente corre l'anno dell'essere. Tutto crolla, tutto viene di nuovo connesso; eternamente l'essere si costruisce la medesima abitazione. Tutto si diparte, tutto torna a salutarsi; eternamente fedele a se stesso rimane l'anello dell'essere". In Cosi parlò Zarathusra esemplare è la figura del pastore che riesce staccare la testa al serpente: solo in quel momento scoppia a ridere, si libera. Il Superuomo deve volere l'eterno ritorno delle stesse cose per trascenderlo. L'aquila e il serpente sono forse presi a caso? La prima, da tempi antichi simboleggia la forza divina, il Cielo, mentre il secondo la Terra: l'Angelo e il Demone, la lotta tra il bene e il male. Il leone che compare alla fine, che "risveglia" Zarathustra, trova un'analogia con il simbolo del Sole - e non a caso compare all'alba, e solo Zarathustra che sta facendo il duro lavoro interno lo incontra, mentre tutti i suoi ospiti dormono ancora.

Questi sono solo alcuni degli esempi che portano ben distante la figura di Nietzsche come distruttore, ma a mio avviso ne fanno un creatore. Distruttore (e questa è solamente una mia opinione) dell'evoluzione - se così si può chiamare - della filosofia arrivata fino a lui. Creatore perché distruttore: come deve essere il Superuomo. Cito una frase proprio ad esso riferita: "Il futuro ed il lontano siano per te la causa dell'oggi: nel tuo amico devi amare il superuomo come la tua causa. Fratelli miei, io non vi esorto all'amor del prossimo; vi esorto all'amore del lontano."

Nel caso nella vostra vita incontriate quest'opera, vi consiglio di leggerla. Inevitabile che alcuni passi possano procurare fastidio proprio per la durezza che li caratterizza: ma sotto una luce, come ho già detto, non-convenzionale, tutto quadrerà in funzione di un percorso di crescita interna. Se poi il pensiero è stato interpretato diversamente o in forma utilitaristica nella storia contemporanea, questo è un altro discorso.
 
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